Ciao Tanya, benvenuta su Victoria’s Grace. Per cominciare puoi raccontare un po’ chi sei dietro le quinte? Cosa ti piace fare ?
Ciao e grazie per l’accoglienza! Dietro le quinte, sono una donna curiosa, determinata e in continua evoluzione. Al di là dell’immagine pubblica, amo la semplicità: viaggiare, conoscere e osservare il mondo . Trovo bellezza nei piccoli dettagli, nelle conversazioni autentiche, nella musica che entra dentro. Mi piace dedicare tempo a me stessa, alla mia crescita, e a tutto ciò che mi fa sentire viva e centrata. Dietro ogni immagine c’è un’anima che cerca equilibrio, e io cerco di coltivare ogni giorno il mio.
Sei Napoletana verace, che rapporti hai con la tua città ? Cosa ami di Napoli ?
Essere napoletana per me non è solo una provenienza, è un’identità profonda. Napoli me la porto dentro ovunque vada: nei gesti e nel cuore. È una città che ti insegna a sentire tutto più forte : l’amore, il dolore, la bellezza. Amo Napoli perché è vera, cruda, poetica. Amo i suoi contrasti, la sua luce unica, la gente che ti guarda negli occhi e ti parla col cuore. Ogni angolo racconta una storia, ogni suono ha un’anima. Napoli è come me: passionale, diretta, ma con un’anima profondamente sensibile.
Pensi che la città stia vivendo un momento di riscatto?
Riscatto è una parola grande. Forse troppo. Ma qualcosa si sta muovendo muove … La gente torna a credere nei propri luoghi, ci sono iniziative che rimettono al centro la vita vera, quella che si respira tra i muri scrostati e le piazze dimenticate. C’è un’energia nuova a Napoli e si avverte … Credo che il riscatto non è uno slogan , bensì un percorso. E stavolta, qualcuno ha davvero iniziato a camminare.
Come ha avuto inizio il tuo percorso nel mondo dello spettacolo?
Come tutte le storie degne di nota, è iniziato per caso… o forse per destino. Una scommessa con gli amici e la vittoria ad un concorso di bellezza nazionale , poi qualcuno mi ha notata. Mi hanno vista per quello che sono: uno sguardo che osserva senza giudicare, una presenza che racconta senza parlare. Da lì, il passo è stato breve: una scena, un riflettore , un lavoro dopo l’altro sino ad arrivare ad oggi. Il mio spettacolo è fatto di dettagli, di movimenti che dicono più di mille parole… Non recito: io sono. E pare che questo, a molti piace tanto.
C’è stato un momento preciso in cui hai capito che questa sarebbe stata la tua strada?
Non è stato un lampo improvviso, ma una sensazione che ha preso forza nel tempo. Un giorno, mentre mi muovevo tra la gente ho sentito che c’era un filo invisibile tra me e chi mi guardava. Uno scambio silenzioso, profondo, che andava oltre la parola. In quel momento ho capito che non era solo un palcoscenico: era casa. Non perché fossi al centro, ma perché lì potevo esistere senza maschere. La mia strada non l’ho scelta: l’ho riconosciuta. E da allora, non ho mai smesso di seguirla, passo dopo passo.
Qual è stata l’esperienza professionale che ti ha lasciato un segno profondo?
Cannes è stato travolgente: sentirsi parte di quel mondo così grande e luminoso è stato emozionante. A Venezia, invece, tutto era più intimo, più vicino alla mia natura: lì ho sentito davvero il peso e la bellezza del mio percorso. Ma un’esperienza che porto nel cuore è anche Altri padri, il film che ho girato per la Rai. Un progetto intenso, profondo, che mi ha permesso di esplorare temi importanti e toccare corde vere. Lì non ero solo un volto, ero una voce. E questo, per me, vale più di mille riflettori.
Cosa ti affascina di più nel ruolo di presentatrice: la diretta, il contatto con il pubblico o la preparazione dietro le quinte?
Tutto ha il suo fascino, ma la diretta ha qualcosa di magico. È vita pura senza filtri e lí , o stai in equilibrio o impari a cadere con grazie . Mi piace anche la preparazione: quel silenzio prima della scena, lo studio, l’attenzione ai dettagli. E poi, il pubblico… quello vero, che ti guarda negli occhi. È lì che capisci se stai arrivando al cuore oppure o no. E se c’è una cosa che mi interessa, è proprio quella: arrivare, e restare nel cuore di guarda e ascolta.
Hai avuto modo di presentare per tutto l’anno un programma sportivo su Canale 21. Che esperienza è stata?
È stata un’esperienza intensa e molto formativa. Condurre un programma sportivo su Canale 21 per un anno intero mi ha permesso di crescere professionalmente, ma anche di avvicinarmi ancora di più al mondo dello sport, che seguo da tempo con grande passione. Ogni puntata è stata un’occasione per raccontare storie, condividere emozioni e confrontarmi con atleti, tecnici e professionisti del settore. È un lavoro che richiede preparazione, attenzione e anche una buona dose di empatia, ma che regala tantissime soddisfazioni.
Hai mai pensato di lavorare anche dietro le quinte, come autrice o produttrice?
Assolutamente sì, è un’idea che mi incuriosisce e che potrei prendere in considerazione in futuro. Lavorare come autrice o produttrice significa contribuire in modo ancora più completo alla costruzione di un progetto, ed è qualcosa che mi affascina. Ma in questo momento la mia priorità è la conduzione: è il ruolo in cui mi riconosco di più, che mi appassiona e su cui voglio continuare a investire per affermarmi sempre di più. È un percorso che richiede impegno, costanza e crescita continua, e sono concentrata su questo obiettivo. Un domani, chissà, mi piacerebbe ampliare i miei orizzonti anche dietro le quinte, ma ogni cosa ha il suo tempo.
Cosa rappresentano per te eventi internazionali come il red carpet di Cannes e quali emozioni provi davanti ai flash?
Per me Cannes è sia una soddisfazione personale che una vetrina professionale. Da un lato è il riconoscimento di tanto lavoro, dall’altro un’occasione per crescere e farsi conoscere in contesti internazionali. Davanti ai flash Provo un mix di emozione, gratitudine e responsabilità. Cerco di vivere quei momenti con naturalezza e autenticità, senza dimenticare chi sono e da dove vengo. E, ammetto, c’è anche un pizzico di adrenalina che rende tutto ancora più speciale.
C’è un look da passerella o da un evento come Cannes o Sanremo che ricordi con particolare affetto o orgoglio?
Sì, ci sono alcuni look che porto nel cuore, ma ce n’è uno in particolare che ricordo con grande affetto. Era in occasione del red carpet di Cannes: un abito elegante, curato nei minimi dettagli, che rispecchiava perfettamente la mia personalità e il messaggio che volevo trasmettere quella sera. Oltre all’aspetto estetico, ciò che me lo ha reso davvero speciale è stato il lavoro di squadra dietro le quinte: lo stylist, i designer, il make-up artist… Tutti hanno contribuito a creare un’immagine che mi rappresentasse in modo autentico. Quando un look riesce a comunicare qualcosa di vero, diventa molto più di un semplice abito: diventa parte della tua storia.
Come riesci a mantenere l’equilibrio tra la tua vita pubblica e la tua vita privata?
Mantenere un equilibrio tra vita pubblica e privata non è sempre semplice. Ma per me è fondamentale. Cerco di proteggere il mio spazio personale, coltivando relazioni autentiche, momenti di quiete e attività che mi aiutano a ricaricare le energie. La chiave, secondo me, è la consapevolezza: sapere quando è il momento di condividere e quando invece è giusto tenere qualcosa solo per sé. Ho imparato a stabilire dei confini e a rispettarli, perché il benessere personale è ciò che ti permette di affrontare il lavoro con lucidità, passione e serenità.
Qual è la persona che più ti ha influenzata nella tua crescita?
La persona che più ha influenzato la mia crescita è stato il mio manager, Salvo Palladino, che purtroppo ci ha lasciati da poco. È una perdita che sento profondamente, perché con lui non c’era solo un rapporto professionale, ma anche umano. Credeva in me, mi ha guidata, sostenuta e spinta a migliorare sempre, anche nei momenti più complessi. Mi manca tanto, ogni giorno.
Accanto a lui, devo molto anche alla mia famiglia, che è sempre stata il mio punto di riferimento. La loro presenza discreta ma costante, il supporto, i valori che mi hanno trasmesso: tutto questo ha contribuito a farmi diventare la persona e la professionista che sono oggi.
Com’è una tua giornata tipo quando sei completamente “offline”?
Quando sono completamente offline, cerco di rallentare e ritrovare un equilibrio più autentico. Dedico tempo alla mia famiglia, ai miei hobby e a tutto ciò che normalmente resta ai margini tra un impegno e l’altro. Evito del tutto schermi e notifiche, privilegiando momenti di qualità, riflessione e connessione reale. È un modo per rigenerarmi e tornare più lucida, presente e centrata.
Ti consideri più guidata dall’istinto o dalla razionalità?
Mi considero guidata da un equilibrio tra istinto e razionalità. L’istinto mi aiuta a cogliere le emozioni e a prendere decisioni rapide; la razionalità mi permette di costruire percorsi solidi e affrontare le sfide con lucidità. Entrambi sono essenziali: l’istinto dà autenticità, la razionalità struttura. Cerco di dosarli con consapevolezza, ascoltando di volta in volta quale voce seguire
Come affronti le critiche online, se arrivano?
Cerco di distinguere tra critiche costruttive e commenti mossi da superficialità o pregiudizio. Le prime le ascolto volentieri: possono essere uno spunto utile per riflettere, migliorare o vedere le cose da un’altra prospettiva. Le seconde, invece, non le lascio entrare troppo. Ho imparato a non prendere tutto sul personale e a non reagire d’impulso. In un ambiente digitale dove spesso manca il contesto e il tono, è fondamentale mantenere lucidità, rispetto per sé stessi e per gli altri.
Quali sono i valori che cerchi di trasmettere anche nel tuo lavoro?
Cerco di trasmettere coerenza, rispetto e autenticità. Credo nel valore dell’ascolto, nella responsabilità verso ciò che comunico e nella qualità più che nella quantità. La trasparenza nei rapporti, l’attenzione ai dettagli e la cura verso le persone sono per me fondamentali.In tutto questo, il valore della famiglia ha un ruolo centrale: rappresenta per me un punto di riferimento stabile, una fonte di equilibrio e ispirazione. Cerco di portare quello stesso senso di lealtà, sostegno e presenza anche nel mio modo di lavorare e di relazionarmi professionalmente.
Qual è stato il messaggio o commento più toccante ricevuto da un follower?
Uno dei messaggi che mi ha colpito di più è arrivato da una persona che mi ha scritto per ringraziarmi: mi ha detto che, in un momento difficile della sua vita, un mio contenuto semplice e sincero le aveva dato forza e leggerezza insieme. Non mi aspettavo che qualcosa di così spontaneo potesse avere un impatto così profondo. È stato un promemoria prezioso sul potere che hanno le parole, anche quando non ci rendiamo conto della loro portata.
Se potessi parlare a una ragazza che sogna di fare il tuo stesso mestiere, quale sarebbe il tuo consiglio più sincero?
Le direi di crederci davvero, ma di farlo con consapevolezza: questo lavoro richiede passione, preparazione e tanta resilienza. Studia, osserva chi lo fa bene, ma soprattutto costruisci la tua voce, il tuo stile. Non cercare scorciatoie: la costanza e l’esperienza soprattutto sul campo sono ciò che ti farà crescere e distinguere.