Come hai scoperto la tua passione per la musica?
Ho mostrato interesse per la musica da piccolissima. A 7 anni ho iniziato lezioni di pianoforte e canto. A 12 anni ho scritto la mia prima canzone. Per me la musica è sempre stata un diario personale, un modo per esprimere tutto quello che sentivo, anche quando non riuscivo a dirlo a parole.
Ti ricordi la prima volta che hai cantato davanti a un pubblico?
Non ho un ricordo preciso della prima volta, ma fin dalle elementari a scuola mi facevo notare per la voce nei saggi di fine anno. Il palco è sempre stato un posto dove mi sentivo a mio agio.
Com’è stato trasferirti da Roma a Singapore a 14 anni? Ti ha influenzato artisticamente?
È stato un grande cambiamento, ma anche una delle cose più importanti della mia vita. A Singapore ho avuto l’opportunità di aprirmi a una cultura internazionale, lavorare con produttori da tutto il mondo, scrivere in inglese. Mi ha aiutata a diventare un’artista globale, con stream da tutto il mondo.
Hai partecipato a molti concorsi musicali: quale ti ha lasciato il ricordo più forte? Che esperienza è stata?
Ho vinto alcuni award internazionali tra cui il LIT of The Year 2025 (New York), il MUSIVV Award (Dubai) e il World Entertainment Award 2025 (Los Angeles). Tutti molto prestigiosi. La cerimonia dell’ultimo, il WEA, si è tenuta a Hollywood durante la stagione dei Grammy, con una platea e un red carpet molto emozionanti.
Cosa hai provato quando sei stata selezionata per Sanremo Giovani?
È stato un onore. Sentivo che era un riconoscimento importante per il lavoro che avevo fatto da indipendente, soprattutto vivendo all’estero.
Come nasce una tua canzone? Parti prima dal testo o dalla melodia?
Dipende. A volte inizio da una melodia che mi gira in testa, altre volte scrivo di getto una frase sul telefono o al pianoforte. È un processo molto istintivo, spesso emotivo. Quando scrivo in team, partiamo da una mia idea sul tema e sulle sonorità, perché le canzoni che canto devono raccontare la mia storia, anche se scritte con altri. Di solito il produttore propone un beat a tema e da lì sviluppiamo il progetto. Sono molto presente anche nella produzione, che deve rappresentarmi e non stravolgermi.
Hai dei temi ricorrenti che ti piace affrontare nei testi?
Scrivo della mia vita e di quello che voglio condividere in quel momento. Ho scritto di salute mentale, dell’amore, della forza e della vulnerabilità, di amori a distanza, del giudizio degli altri, di passione e tradimenti e molto altro. Mi piace raccontare cose vere, in cui i miei ascoltatori possano immedesimarsi e sentirsi meno soli. Perché questo ho ricevuto dalla musica, e questo voglio restituire con la mia musica.
C’è una canzone a cui sei particolarmente legata? Perché?
“Fighter” è molto importante per me perché parla di come ho combattuto un momento brutto della mia vita. Anche “My Instincts Are Tragic” è importante perché parla degli effetti negativi dell’ADHD che devo gestire.
Com’è stato collaborare con produttori internazionali?
Ho avuto l’onore di lavorare con produttori svedesi e americani che hanno vinto Grammy e dischi di platino. Ognuno ha portato un’energia diversa e mi ha aiutata a trovare nuovi colori nella mia musica. Sono fortunata ad aver trovato tante porte aperte nel mondo discografico.
Scrivi sia in italiano che in inglese: in quale lingua ti senti più libera di esprimerti?
Scrivo principalmente in inglese. Sono orgogliosa di essere italiana, ma ho vissuto metà della mia vita all’estero e mi esibisco in continenti diversi, quindi l’inglese è più funzionale al mio progetto. Qualche volta, però, in momenti particolarmente intimi, scrivo anche in italiano. Però non le pubblico.
In che modo vivere tra culture diverse ha arricchito il tuo stile musicale?
Mi ha insegnato ad ascoltare e ad assorbire tutto. Vivo tra Asia, Europa e America e questo si riflette nel mio stile: pop internazionale con influenze latine, acustiche, elettroniche.
Hai mai pensato di tornare stabilmente in Italia per la tua carriera?
Amo l’Italia. Ma al momento la vita di un giovane artista che voglia vivere di musica non è semplice nel nostro Paese. L’Italia resta una parte fondamentale della mia identità artistica, ma al momento non ho programmi di rientro.
Quali artisti ti hanno maggiormente ispirata?
Mi ispirano gli artisti che raccontano la loro verità senza filtri. Tra quelli internazionali venero Lady Gaga. Tra quelli italiani: Ultimo, Irama, Emma, Elodie. Hanno avuto un ruolo importante nei miei ascolti.
Se dovessi scegliere un duetto dei sogni, con chi lo faresti?
Kid Laroi. Amo la sua sincerità. Sarebbe un sogno unire le nostre voci in un brano intenso e vero.
Quanto è importante per te la produzione musicale nella costruzione di un brano?
Tantissimo. Collaboro sempre con i produttori fin dall’inizio, perché la produzione è parte dell’identità della canzone. Non è solo un vestito: è il corpo e l’anima del brano.
Quanto incide TikTok nella promozione della tua musica?
È uno strumento fondamentale. Creo format virali, ironici e veri, che raccontano la mia vita da cantante. TikTok, Reels e Shorts mi aiutano a creare una connessione diretta con i miei MGs.
Come ti prepari prima di un live o di un’uscita importante?
Cerco di restare centrata, connessa con il mio perché. Lavoro tanto sulla comunicazione, sulla strategia, ma alla fine mi affido all’emozione.
Ti piacerebbe partecipare a un talent show italiano?
Non è nei miei piani, anche se non lo escludo a priori. Per ora preferisco costruire la mia carriera con le mie regole e la mia musica.
Se potessi dare un consiglio alla “Matilde di 10 anni fa”, quale sarebbe?
Non avere paura di essere diversa. Quel che ti fa sentire “strana” oggi, sarà la tua forza domani.
Cosa vuoi che la gente senta o ricordi dopo aver ascoltato una tua canzone?
Vorrei che si sentissero capiti. Che trovassero nelle mie parole uno specchio, un rifugio o anche solo un abbraccio sonoro.
Un saluto ai lettori del magazine Victoria’s Grace
Grazie per aver letto questa intervista e per il vostro supporto. Continuate a seguirmi e a farvi sentire: siete parte della mia musica.