Ciao Arianna, benvenuta su Victoria’s Grace. Per cominciare, puoi dirci come nasce la tua passione per la fotografia?
È nato un po’ per caso, anche se mi dicevano da sempre di provare questa strada. In realtà non ci avevo mai pensato, perché non mi sentivo portata. Nel 2020, però, un fotografo mi ha chiesto di posare per lui e ho iniziato un po’ per gioco. Da allora sono passati cinque anni e questo è diventato il mio lavoro.
Come ti vedi quando ti riguardi nei tuoi lavori?
Mi piace perché sul set interpreto una parte, è come se non fossi più me stessa. Quando mi riguardo, mi vedo con occhi diversi e mi sento molto più bella.
Quale è stato il tuo primo lavoro “serio” nel modo della fotografia?
Non ci ho mai pensato davvero, l’ho sempre fatto un po’ per me stessa. Però cerco di far trasparire una parte di me, quel lato da femme fatale
In quale genere fotografico ti senti più a tuo agio per trasmettere il meglio di te stessa ?
Il fashion mi rappresenta molto, anche perché – a detta di molti – sono una persona fine ed elegante. Mi rivedo in questi generi. Anche il ritratto è qualcosa che mi affascina molto.
Ti piace più posare o sfilare?
Mi piace molto posare, molto più che sfilare. Quando sfilo, mi sento sotto lo sguardo di tutti e questo mi riporta a quando, da bambina, avevo timore di essere fissata. Nonostante abbia sfilato in eventi importanti, come la Milano Fashion Week, è posando che mi sento davvero nel mio mondo
Hai collaborato mai con qualche modella o modello? Puoi raccontare un aneddoto?
Ho collaborato con un modello per un servizio fotografico di genere fashion. All’inizio è stato un po’ strano, perché non ci conoscevamo e dovevamo creare un feeling sul set. Però, essendo una persona molto empatica, siamo riusciti a entrare in sintonia e ne è venuto fuori un ottimo lavoro. Da lì, poi, è nata anche una bella amicizia.
C’è mai stato qualcuno che vendendo i tuoi scatti su Instagram abbia fatto dei commenti inopportuno che ti hanno infastidito?
In realtà sono stata abbastanza fortunata nel mio percorso lavorativo: le situazioni spiacevoli sono state davvero rare. Ricordo solo un episodio in cui un fotografo fece una domanda molto inopportuna e fui costretta a metterlo al suo posto. A parte questo, di solito non mi capita quasi mai di affrontare comportamenti fuori luogo.
Quale ricordo fino adesso ti riempie il cuore pensando ad un tuo specifico lavoro nel mondo della moda o della fotografia?
Devo dire che, come accennavo prima, sfilare non è proprio la mia passione. Tuttavia, a settembre ho lavorato per un brand di alta moda a Milano, in Piazza Duomo, e in quell’occasione mi sono sentita davvero bene, nonostante tutti gli occhi fossero puntati su di me. Ho conosciuto tante persone interessanti e, quando sono tornata a casa, ero felice.
Cosa ami del tuo lavoro da modella ?
Mi piace molto il momento che precede un servizio fotografico: provare gli outfit, lasciarmi truccare dalla make-up artist, respirare quell’atmosfera di attesa e preparazione. È un rito che mi fa entrare nel giusto stato d’animo
Quali sacrifici hai fatto o fai per fare questo lavoro?
Nell’ultimo anno ho girato tantissimo e sono stata spesso lontana da casa. Ho un cane che adoro, e quando sono via mi manca tantissimo portarlo a fare una passeggiata. Spostarsi continuamente mi ha fatto anche trascurare qualche rapporto di amicizia, anche se cerco sempre di limitarlo il più possibile. Un altro grande rimpianto di quest’anno è stato vedere poco mia nonna, che purtroppo è venuta a mancare. È un dolore che porto dentro con me
Oltre alla fotografia e alla moda, hai voglia di sperimentare anche altro ?
Mi sarebbe piaciuto sperimentare anche altro. Ad esempio, ho una grande passione per la storia e per i crime; se avessi scoperto prima questo lato di me, mi sarebbe piaciuto arruolarmi in polizia.