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Valentina Bissoli: il percorso di un’icona moderna tra passerelle e set


Per iniziare, Se dovessi raccontare la tua storia a qualcuno che ancora non la conosce, da dove partiresti?

Sono una ragazza come tante, ma ho avuto la fortuna di farmi conoscere nel mondo della moda grazie ad alcune collaborazioni importanti.

Quando hai capito che volevi fare la modella?

È nato tutto per gioco, partecipando a concorsi di bellezza, come fanno tante ragazze che sognano di entrare in questo mondo. Poi ho deciso di provarci più seriamente, inviando alcuni miei lavori a diverse agenzie, finché una nota agenzia di Milano mi ha notata e mi ha fatto firmare il mio primo contratto.

Qual è stato lo shooting o la passerella che ricordi con più emozione?

Sicuramente il red carpet dei Grammy nel 2019: è stata una grande responsabilità, ma anche un onore rappresentare l’Italia in un contesto così prestigioso. Un'altra esperienza che ricordo con affetto è la campagna di Yamamay realizzata con il fotografo Giovanni Gastel, uno dei più grandi nomi della fotografia di moda.

Com’è stato lavorare con brand internazionali come Guess,Moncler o Yamamay?

Sono brand che fanno davvero la differenza: lavorare con loro ti porta a un altro livello come modella. Per questo sono molto orgogliosa di aver collaborato con marchi che hanno fatto la storia della moda e lavorato con le modelle più iconiche. Avere avuto questa opportunità è per me un grande onore.



Chi sono le tue icone di stile o ispirazioni nel mondo della moda?

Ho sempre ammirato Cindy Crawford per il suo stile e la sua eleganza, e trovo Irina Shayk davvero affascinante e carismatica.

Hai avuto modo di entrare nel mondo della recitazione lavorando accanto a grandi nomi come Fabio Testi. Che è esperienza è stata?

È stata una delle mie prime esperienze nel mondo della recitazione. Abbiamo lavorato a una serie ambientata nel 1700, intitolata Il mistero del Bargello. Ora siamo in attesa della fine della produzione. È stata un’esperienza bellissima, e sono davvero molto grata a Fabio per avermi coinvolta in questo progetto e per le belle parole che ha speso nei miei confronti anche in televisione.

Come ti sei preparata al passaggio dalla moda alla recitazione?

Avevo già studiato recitazione in passato, sia al Centro Sperimentale di Cinematografia di Milano che alla scuola di Michael Rodgers. Mi ero preparata nel corso degli anni, e questa esperienza con Fabio è stata semplicemente l’occasione per mettere a frutto il percorso di studi che avevo intrapreso.

Senti la pressione dell’apparire sempre perfetta?

Sì, ma è qualcosa che fa parte di me. Quando hai vissuto quasi tutta la tua vita con l’immagine che ti ha fatto conoscere al grande pubblico, che è stata in gran parte legata all’aspetto fisico, è normale rispecchiarsi in quel ruolo e fare fatica a lasciarlo andare. Allo stesso tempo, però, so che il tempo passa ed è giusto fare spazio alle nuove generazioni. Così come io ho avuto la mia occasione a 20 anni, è giusto che oggi siano le ventenni ad avere la loro.




Quanto conta l’autenticità nel tuo percorso professionale?

L’autenticità nel mio lavoro è importante, ma è ovvio che su un set fotografico non puoi essere sempre completamente te stessa. Devi rispettare un’idea estetica che, a volte, non ti rappresenta del tutto. Per esempio, se sei una donna che ama truccarsi poco o portare i capelli sempre sciolti, sul set può essere l’opposto: un giorno devi essere più femminile, un altro più femme fatale. Sul set bisogna essere sempre ben truccate, con acconciature perfette. Certo, avere una forte personalità fa la differenza, perché di ragazze belle ce ne sono tante, ma quelle che spiccano davvero sono quelle con una personalità unica, carismatica e magnetica.

Qual è il tuo equilibrio tra lavoro e vita privata?

Sono due mondi che difficilmente coincidono. Spesso capita di incontrare persone che non comprendono davvero il tuo lavoro, lo trovano distante dal loro mondo. È raro trovare qualcuno che riesca a cogliere sia i pregi che i difetti di questa professione. Dato che si tratta di una scelta personale, quella di esporsi pubblicamente, molti non se la sentono e preferiscono percorrere strade diverse. Però credo che, se una persona ti vuole bene o ti ama davvero, ti resta accanto. Anche perché questo non è un lavoro che può nuocere a qualcun altro, anzi.

Che significato hanno avuto per te esperienze come i Grammy Awards e la Mostra del Cinema di Venezia nel tuo percorso professionale?

Ogni red carpet è un’esperienza diversa, ma per me è sempre come la prima volta. Mi sta particolarmente a cuore il Festival del Cinema di Venezia: ogni volta è un onore sfilare su quel red carpet, calpestato dalle più grandi star del mondo. Camminare lì ti fa sentire un’energia speciale, quasi un’elettricità nell’aria.



In più di un’occasione, sei stata paragonata a Monica Bellucci per via del tuo immenso fascino seducente. Cosa significa per te essere considerata l’erede di Monica Bellucci?

Io l’ho anche conosciuta e posso dire che Monica è una persona alla mano, molto disponibile e super affabile. È una donna molto intelligente, oltre a essere una bellezza fuori dal comune. Io non mi sento affatto paragonabile a lei, ma è stata comunque una grande fonte di ispirazione per me da ragazzina.

Cosa consiglieresti a una giovane che sogna di diventare modella?

Consiglierei di credere molto in se stesse e di lavorare costantemente su sé stesse, mantenendo uno stile di vita sano: mangiare bene, evitare eccessi e seguire una routine regolare. Curare il proprio corpo, avere capelli sani e una pelle ben curata è fondamentale. Inoltre, è importante costruire un buon portfolio e perseverare, anche quando arrivano molti ‘no’.

Cosa vuoi dire a chi leggerà la tua intervista?

Essere determinati seguire i propri sogni e di non lasciarsi ostacolare da nessuno. Chi esita è perduto.





Si ringraziano i fotografi 
1- Alberto Buzzanca
2- Alina Troyan
3- Eugenio Blasio
4- Gianluca Minchillo
5- Giovanni Gastel ( Yamamay campaign)


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