Passa ai contenuti principali

Michela Triulzi: la fotomodella che racconta storie con lo sguardo


Ciao Michela, benvenuta su Victoria's Grace. Per cominciare puoi raccontarci un po’ di te ?

Ciao a tutti, vi ringrazio molto per l’invito a partecipare a questa intervista dandomi l’opportunità di raccontare un pó quella che sono io e il mio percorso in questo mondo.

Mi chiamo Michela, sono nata e cresciuta in provincia di Milano e penso di essermi appassionata al mondo della fotografia in età già abbastanza “avanzata” perché andavo già alle superiori guardando scatti e sfogliando libri di artisti che hanno fatto la storia della fotografia.

Come hai iniziato a fare la fotomodella?

Ho iniziato posando ogni tanto per il mio ex datore di lavoro che pur avendo un negozio di abbigliamento lavorava anche come fotografo. Lì mi sono convinta che fosse un percorso che mi sarebbe davvero piaciuto intraprendere.

Il vero inizio peró è stato qualche anno dopo con un fotografo professionista che vedendomi posare, decise di prendermi con sé insegnandomi le basi del posing nei diversi generi e crescendomi professionalmente.

Cosa ami del tuo lavoro?

Cosa amo del mio lavoro? Ogni cosa. Dall’ideazione del set, alla scelta degli outfit fino alla creazione di ogni singolo scatto valutandone insieme aspetti positivi e negativi e alla post produzione. Si, ho sempre amato in modo particolare anche il “dopo” shooting. Si imparano sempre cose nuove.


Qual è stata la tua prima esperienza da fotomodella?

Ricordo che fu molto d’impatto… ero stata scelta per rappresentare la collezione “Luxury” del brand Cinzia Diddi che andammo a scattare a Palma di Maiorca e che poi finí sulla rivista “Bella”.

Era tutto nuovo per me all’epoca e io avevo iniziato il mio percorso “solo” da un mese!

Quando hai capito che questo per te poteva essere un lavoro e non un “hobby” ?

Quando ho iniziato ad essere chiamata da fotografi che ho sempre considerato davvero in gamba. Li mi sono accorta che oltre alla passione stava prendendo spazio anche la professione.

Quali sono le soddisfazioni che ti sei tolta facendo questo lavoro?

Ogni volta che mi contatta un bravo fotografo con un ottimo progetto, per me è sempre una soddisfazione. Significa che la pazienza, la perseveranza e il tempo che ci ho sempre dedicato e che ci dedico, mi portano continuamente avanti.



Come sei cambiata professionalmente nel corso degli anni ?

Sono diventata molto più selettiva riguardo cosa fare e con chi farlo anche se lo sono sempre stata… credo fermamente che la qualità del proprio lavoro non debba mai essere messa in discussione se lo si vuol fare seriamente.

Quali sono 3 aggettivi che ti attribuisci e perché ?

Queste parole che sceglierò non mi descrivono solo personalmente ma trovo parlino di me anche in ambito professionale.

■ Umile: mai perdere la propria umiltà, soprattutto noi modelle/i. Dobbiamo sempre ricordarci che davanti all’obiettivo non siamo persone diverse da quelle che siamo nella vita, mostriamo “solo” lati di noi un po’ “nascosti”. E soprattutto, dobbiamo sempre ricordare da dove siamo partiti prima di diventare ciò che siamo ora.

■ Altruista: aiuto sempre gli altri dove posso, così come sono stata aiutata quando ne avevo bisogno. E non me lo dimentico mai.

■ Energica: mi piace la dinamicità, il cambiamento, l’evoluzione delle cose. Difficilmente mi “accomodo”.

La tua personalità traspare anche dai tuoi bellissimi ricci, che incorniciano il tuo volto con eleganza e grinta, lasciando il segno in ogni scatto. Questo dettaglio ti distingue molto da tante altre modelle che sembrano fatte con lo stampino: cosa rappresenta per te questa tua caratteristica?

I miei ricci definiscono chi sono. Mi trasmettono una forte sensazione di libertà e il loro essere cosi ribelli e indomabili rispecchiano quella che è la mia personalità senza troppi filtri. Sono molto gelosa di loro



Come si sta attenti a non cadere nella volgarità?

Un modo è sicuramente saper gestire il proprio corpo. È molto importante per evitare fraintendimenti e/o allusioni sbagliate.

Sapere che, in base a ciò che si scatta ci sono cose che si possono e non possono fare.

Se ti dovessi definire con un animale, quale sceglieresti ? E Perché ?

Per quanto io ami terribilmente i cavalli, l’animale che sento più rappresentativo per me è la pantera. La trovo elegante nelle movenze, provocante nello sguardo e selettiva su chi avere accanto.

Cosa ti fa sentire irresistibile quando scatti?

Personalmente mi concentro molto sullo sguardo. A parer mio, è lì che si concentra e traspare tutta la nostra femminilità.









Qual è il messaggio che vuoi trasmettere attraverso le tue fotografie?

Quello che desidero comunicare è la voglia di raggiungere obiettivi sempre più lontani anche se alle volte può risultare difficile. E che non è necessario fare tanto. L’importante è come lo facciamo. Che la qualità conta più della quantità.

La tua bellezza è evidente, ma ciò che affascina davvero è come riesci a comunicare emozioni attraverso le immagini. Da cosa trai ispirazione quando lavori davanti alla macchina fotografica?

La mia ispirazione maggiore sono le modelle di una volta. Anni 90. Avevano un’attitudine, un’eleganza e una semplicità innata e quello che tento di fare in ogni scatto è proprio di riportare in primo piano queste caratteristiche che, secondo me, donano alla fotografia la completezza che dovrebbe avere senza cadere nella volgarità.

Quali sono i tuoi punti di forza davanti al obiettivo e quali invece ti piacerebbe migliorare?

Ho sempre le idee chiare riguardo ciò che devo fare in base alla tipologia di shooting che sto realizzando.

Alle volte però mi concentro talmente tanto che dando retta al mio corpo e alla musica vado troppo veloce nel posare e qualche scatto che poteva essere super viene fuori con gli occhi chiusi o in movimento.



C’è uno shooting o un progetto che ti è rimasto particolarmente nel cuore?

Oh si, ce ne sono davvero tanti. Non me la sento di descrivertene uno in particolare perché sarebbe un’offesa nei confronti di tutti gli altri che sono stati emozionanti allo stesso modo!

Hai un sogno o un obiettivo che ancora non hai realizzato nel mondo della moda e della fotografia?

Mi piacerebbe realizzare campagne per brand di abbigliamento importanti ma la strada è ancora parecchio lunga e sicuramente non facile!

Cosa vuoi dire alle persone che leggeranno la tua intervista?

Dico semplicemente una cosa… credete sempre in voi stessi e date sempre il 100% di voi in ciò che fate anche a costo di dire dei no.

Saranno proprio quei “no” che direte a spianarvi la strada per progetti più grandi. Fidatevi, ne so qualcosa



Fotografie di: Stefano Mancinelli - Andrea Pizzal -  Pedroni Andrea - Piersparello


Post popolari in questo blog

Martina Ceretti: L’Arte di Scoprirsi a Vent’Anni.

Martina, benvenuta su Victoria’s Grace! Ti va di raccontarci un po’ di te per chi ancora non ti conosce? Ciao, grazie mille. Certo, con molto piacere. Chi è Martina Ceretti? Sai, a volte me lo chiedo anch’io. Credo di essere in quella fase — o meglio, in quegli anni — della vita in cui ogni anno mi sento una persona diversa. Ogni volta con nuovi pregi, certo, ma anche con nuovi difetti. E forse è proprio questo il senso dei vent’anni, no? Servono per scoprire chi siamo. I vent’anni esistono per permetterci di sbagliare, di cadere e poi capire. Perché è proprio dagli errori — una volta compresi — che impariamo a crescere, a maturare e a non ripeterli più. Insomma, i vent’anni servono anche a questo: a trovare sé stessi. Quindi, con assoluta certezza non saprei dirti chi sono. Ma, in questo momento della mia vita, posso dirti che sono una ragazza di 23 anni che sta per laurearsi in Filosofia, con il sogno di diventare attrice. Una ragazza che, però, si sente anche molto bloccata da un po...

Siriana Cutolo: La mia carriera da modella: passione, determinazione e bellezza

Come hai iniziato la tua carriera da modella? È sempre stato il tuo sogno fin da piccola? Già da piccola i miei genitori mi portarono in un’agenzia, feci un provino e venni presa.  Ricordo uno shooting in particolare per un’ottica: le foto fecero il giro ovunque! Era già un piccolo successo. Quando poi mi sono trasferita a Roma, ho deciso di riprendere in mano quel sogno. Ho iniziato a posare per un mio amico fotografo — che oggi è il mio migliore amico — e abbiamo iniziato a fare scatti in TF. Quelle foto ebbero un bel successo, pur non essendo di nudo, perché io il nudo non lo faccio. Da lì ho capito che ero portata. Ho fatto altri shooting e alla fine è diventato un vero lavoro. Ormai sono anni che scatto e che lavoro come modella. Qual è il tuo legame con le città di Roma e Napoli, due tra le più importanti al mondo per cultura e arte? Che significato hanno per te? Questa è una domanda interessante. Io mi sento un’artista, perché penso che artista sia chi ama l’arte, chi la viv...

Giulia Cavicchi: Scoprire la propria femminilità davanti all’obiettivo: il racconto di una modella

Ciao Giulia, puoi dirci come è nata la tua passione per la fotografia? La mia passione per la fotografia nasce in realtà da una profonda insicurezza che ho portato con me per anni. Non accettavo completamente il mio corpo, non mi piacevo, non mi vedevo bene allo specchio. Non mi sentivo bella, sensuale, né elegante. Un giorno, per puro caso, un amico che voleva esercitarsi con la fotografia mi ha chiesto di posare per lui. Abbiamo fatto degli scatti in una casa abbandonata, un luogo insolito. All’inizio è stato strano, perché la mia insicurezza mi portava a ridere continuamente davanti all’obiettivo. Ma lui è riuscito a farmi sentire a mio agio. E qualcosa è cambiato. Quando ho visto le foto, ho pensato: ‘Forse non è vero che sono brutta, forse non è vero che non sono fotogenica.’ Da lì è nato tutto. Ho capito che mi piaceva davvero stare dall’altra parte della macchina fotografica. E che forse, attraverso la fotografia, potevo iniziare a vedermi e farmi vedere in un modo completamente...