Come hai iniziato il tuo percorso nel mondo della moda?
Il mio percorso nel mondo della moda e della fotografia è iniziato contemporaneamente quando avevo 14 anni. Sono stata contattata da un’agenzia di moda della mia zona, e da lì ho cominciato a muovere i primi passi nel settore a livello locale.
Da quel momento sono arrivati i primi lavori e i concorsi di bellezza, che mi hanno permesso di fare esperienza e crescere. In particolare, dopo aver partecipato a diversi concorsi, sono arrivata alle selezioni regionali di Miss Italia e successivamente anche a quelle di Miss Mondo. Parallelamente, ho sempre portato avanti anche l’attività legata alla fotografia, partecipando a numerosi shooting, spot pubblicitari, videoclip musicali e sfilate. Con il tempo, entrambe le carriere — quella nella moda e quella nella fotografia — si sono sviluppate sempre di più, crescendo di pari passo.
Cosa hai provato quando hai vinto "Miss Mondo Toscana"?
Ci speravo tanto, era un titolo a cui ambivo davvero tanto. Anche se fino all’ultimo non pensavo di potercela fare, quando hanno proclamato la vincitrice e hanno fatto il mio nome è stata un’emozione grandissima. Ho provato una felicità immensa, una gratificazione incredibile, un mix di gioia e sorpresa che non dimenticherò mai.
Ti senti più te stessa davanti all’obiettivo o sulla passerella?
Davanti alla macchina fotografica mi sento più a mio agio, anche perché quando sfili non sai mai chi hai davanti: ci sono tante persone diverse, pubblici vari e situazioni sempre nuove. Inoltre, esistono diversi tipi di sfilate: quelle di moda, quelle legate ai concorsi di bellezza e così via. A volte capita anche di sfilare indossando abiti che non ti rappresentano pienamente.
Invece durante uno shooting fotografico, spesso si crea un rapporto più intimo, quasi sempre a due o comunque con un’équipe molto ristretta. Generalmente sono io stessa a scegliere gli outfit da indossare, l’acconciatura, il mood fotografico… Questo mi permette di esprimere meglio la mia personalità e di sentirmi più libera.
Quando hai capito che volevi fare la fotomodella?
Non ho mai avuto questo desiderio fin da piccola, è qualcosa che è capitato un po’ per caso. A 14 anni ero una ragazza molto timida e introversa, e sono stati i miei genitori a spingermi a intraprendere questo percorso, pensando che potesse aiutarmi ad aprirmi di più.
È proprio da lì che è iniziato tutto: inizialmente per superare la mia timidezza, ma poi, facendo esperienza, ho capito che mi piaceva davvero. Ho scoperto un mondo affascinante, che mi ha incuriosita sempre di più e che ho sentito il desiderio di conoscere a fondo.
Qual è stato finora il progetto più importante a cui hai partecipato?
Ho avuto la fortuna di fare diversi lavori che mi hanno gratificata, ma l’ultimo che mi ha dato particolare soddisfazione è stato quello realizzato per il brand di gioielli Essesteel Jewels. Ho partecipato alla realizzazione di uno spot pubblicitario e di vari servizi fotografici.
È una grande emozione e motivo di orgoglio vedermi sui cartelloni pubblicitari nelle gioiellerie. Lo stesso vale quando mi ritrovo sulle pagine delle riviste di moda: sono momenti che ripagano l’impegno e la passione che metto in questo lavoro.
Qual è la parte più sottovalutata del lavoro da fotomodella?
Secondo me, in questo periodo storico c’è un grande dibattito sul ruolo della donna. Si parla molto di femminismo, di parità di genere e della lotta contro la sessualizzazione del corpo femminile. Personalmente, mi riconosco pienamente in questi valori e credo sia fondamentale continuare a lottare per una rappresentazione più equa e rispettosa della donna.
Allo stesso tempo, mi rendo conto che, soprattutto dal punto di vista estetico e nel mondo della moda, la figura femminile viene spesso oggettificata: l’immagine della donna viene utilizzata per pubblicizzare o vendere un prodotto. Questa è, per me, la parte più complessa, che mi crea un certo dibattito interiore sul senso e sul valore del mio lavoro in questo settore.
Detto questo, non credo ci sia nulla di sbagliato nel fare questo mestiere — altrimenti non lo farei. Ho avuto la fortuna di conoscere questa realtà dall’interno, e penso che la chiave stia nel saper scegliere: scegliere i progetti giusti, i contesti in cui lavorare, le collaborazioni che rispecchiano i propri valori. In questo modo si può fare la differenza anche da dentro il sistema.
Hai uno stile fotografico che senti più tuo?
I generi fotografici che preferisco sono principalmente il fashion e il portrait. Il glamour, invece, non è tra le mie scelte abituali, anche perché cerco di mantenere un’immagine molto elegante.
Attenzione, questo non significa che il glamour non possa essere elegante — anzi, un bel servizio glamour può trasmettere grande raffinatezza. Ma, per una scelta personale e di stile, mi sento più rappresentata dal fashion e dal ritratto.
Ti capita mai di dare suggerimenti creativi durante i set fotografici?
Sì, assolutamente. Abbiamo punti di vista differenti: io come modella e il fotografo dal suo lato. In quel momento stiamo lavorando insieme e stiamo entrambi contribuendo a creare il set fotografico. A volte può suggerirmi qualche posa a cui magari non avrei pensato, così come io posso proporre una location o un’impostazione particolare. Di solito c’è sempre uno scambio reciproco di opinioni.
Cosa hai imparato di te stessa lavorando come fotomodella?
Ho imparato a essere più indipendente, a esprimere con più forza il mio punto di vista e a comprendere le persone più rapidamente.
Chi è Serena quando non è in passerella o davanti all’obiettivo?
Al momento sono una studentessa. Mi sono laureata a dicembre in Scienze del Servizio Sociale e ora sto proseguendo con la laurea magistrale. Questo impegna gran parte delle mie giornate, tra lezioni, studio ed esami. È la parte più consistente della mia vita, quella su cui sto investendo di più in questo periodo.
Come concili lo studio con gli impegni da modella?
Viene tutto in modo naturale. L’università ha impegni prestabiliti, quindi la metto al primo posto, e cerco di far combaciare gli impegni lavorativi con il calendario accademico. Quando posso, organizzo gli shooting nel fine settimana, mentre il resto del tempo lo dedico alla mia vita privata.
Cosa ti rende davvero felice?
La mia famiglia. Ho un bellissimo rapporto, molto pure e sincero. Sono molto orgogliosa di loro, li amo tantissimo. Il mio cane, il fidanzato, sono loro la mia fonte di felicità.
Cosa ti piace di più di te stessa, dentro e fuori?
Mi piace il mio viso, i miei capelli e, caratterialmente, apprezzo la mia sicurezza quando ho degli obiettivi. Quando mi prefiggo qualcosa, sono determinata a raggiungerlo.
Oltre alla moda, hai altri sogni nel cassetto?
Mi piacerebbe molto entrare nel mondo della televisione, sia come presentatrice che come divulgatrice di contenuti culturali o di attualità. Anche recitare in un film è uno dei miei sogni nel cassetto.
Cosa vuoi dire a chi leggerà la tua intervista?
Voglio ringraziare tutte le persone che stanno leggendo questa intervista. Vorrei anche incoraggiare ognuno a seguire sempre i propri sogni e obiettivi, cercando di avere un piano chiaro da seguire nella vita.
A chi è interessato a entrare nel mondo della moda, consiglio di fare molta attenzione: non tutte le realtà sono trasparenti o mantengono ciò che promettono. Bisogna essere prudenti e, soprattutto, non andare mai da soli.
Foto di Sandro Gherbassi - Polo Rani - Carlo Cardana