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Lorih Caradonna: Tra Moda, Fotografia e Autenticità.

Ciao Lorih, benvenuta su Victoria’s Grace. Per iniziare ti va di raccontarci come è iniziato il tuo percorso nel mondo della moda e dello spettacolo? Quali sono stati i momenti più significativi della tua carriera?

Ho iniziato quasi per caso. Facevo la barista sul Lago di Garda, poi un giorno sono andata a Genova a trovare mia zia. Mentre la aspettavo, ho incontrato un manager che mi disse che avevo un volto interessante e, da lì, sono stata proiettata nel mondo dello spettacolo. La cosa buffa è che io stessa non mi consideravo adatta: non sono alta, non ho le classiche caratteristiche da modella. Eppure ho cominciato a partecipare a concorsi di bellezza, vincendo titoli come Miss Viso, Miss Volto Cinematografico e Una ragazza per il cinema.

Gli eventi più significativi della mia carriera includono la partecipazione al Festival del Cinema di Venezia nel 2023, alcune scene girate in due film – uno con Giuseppe Cristoforo e un altro con Nicola Palmise – e un progetto con Luca Argentero nello stesso anno. Sempre nel 2023 ho avviato anche una mia produzione per modelli, con l’idea di portare semplicità e autenticità in un mondo, quello della moda, spesso rigido e severo nei suoi canoni.

A Roma ho ricevuto il premio come Volto della Libertà, assegnato dal Ministero dell’Arte e della Cultura, proprio per aver rotto gli schemi estetici tradizionali. Da qui è nata la volontà di trasmettere sicurezza a tutte le ragazze che non si sentono “abbastanza” solo perché non rispecchiano certi standard. Oggi il mio lavoro non riguarda solo le modelle, ma anche donne in carriera che vogliono sentirsi più forti: insegno portamento, postura, self-confidence, espressività e recitazione, affinché chiunque possa sentirsi a proprio agio sul palcoscenico o davanti a una fotocamera.



Quando hai iniziato a posare? Ti è sempre piaciuto farti fotografare o è una passione nata con il tempo?

Questa passione è nata nel tempo, anche da una storia personale. Ho sempre avuto un rapporto complicato con il mio corpo: soffro di una patologia autoimmune, il morbo di Crohn, che per anni mi ha costretta a prendere cortisone. Pesavo 86 chili per 1,57 di altezza, avevo un’autostima bassissima e vivevo chiusa in me stessa, con le spalle curve, timida e silenziosa. Trovavo sfogo solo nella lettura e nella scrittura.

Quando ho smesso il cortisone e intrapreso un percorso di alimentazione e nutrizione, il mio corpo è cambiato e ho iniziato a piacermi di più. Non avrei mai immaginato di intraprendere una carriera artistica, ma il destino mi ha messa nel posto giusto al momento giusto, facendomi incontrare quel manager che mi ha introdotta nel mondo dello spettacolo.

Non sono mai stata una modella da passerelle, ma mi è sempre piaciuto trasmettere emozioni: rabbia, gioia, tristezza, compassione. La fotografia e la recitazione sono diventate strumenti potentissimi per comunicare con gli altri e, col tempo, hanno rafforzato la mia autostima.

Non è stato facile. Il mondo dello spettacolo è competitivo, un ambiente di “leoni” dove spesso si cerca di sovrastare gli altri. Io, invece, ho scelto una strada diversa: non fare la guerra, ma portare le mie qualità e i miei punti di forza. Questo approccio ha funzionato. Non mi interessa superare qualcuno o preoccuparmi delle rivali: preferisco fare il mio percorso senza ammalarmi psicologicamente per reggere i confronti.




Dopo aver ricevuto nel 2023 il premio ‘Il Volto della Libertà’, come pensi di continuare a promuovere una bellezza autentica e inclusiva, contrastando gli standard irrealistici dei social media?

Ho iniziato a usare i social non solo come vetrina estetica, ma come spazio per raccontarmi davvero. Non mostro soltanto la “Lori perfetta” delle foto, ma anche la quotidianità: vlog comici, momenti buffi della vita di tutti i giorni. Voglio che le persone capiscano che dietro le immagini c’è una persona normale, con smagliature, cellulite, cicatrici.

Qual è il messaggio che vuoi trasmettere attraverso le tue fotografie?

La fotografia è stata per me un modo di comunicare che mi ha letteralmente salvata. Con la mia malattia non sapevo come mostrare la mia fragilità, e davanti all’obiettivo ho trovato la libertà di farlo.

Non amo le mezze misure: nelle foto cerco sempre espressioni forti, di estrema gioia o estrema tristezza. Non mi interessano pose neutre o “da e-commerce”. Mi piace raccontare emozioni vere. Con la fotografa Marika Orsato abbiamo realizzato una mostra che racconta proprio la trasformazione: dalle risate iniziali fino a urla disperate. È in questo tipo di intensità che mi riconosco davvero. In fondo è così anche nel mio carattere: bianco o nero, mai grigio.




 Nel 2023 raggiungi un altro importante traguardo ovvero la vittoria del titolo “ La più bella d’Italia”. Cosa ha rappresentato per te quel traguardo?

La vittoria al concorso La più bella d’Italia è stata una sorpresa. Non amo le competizioni, ma il team è stato straordinario e mi ha premiata non solo per l’estetica, ma per il mio modo di essere. È stato bello perché mi hanno chiesto di tornare anche l’anno dopo per incoronare le future vincitrici. Non cercherò mai la ragazza “perfetta”: voglio che trasmettano qualcosa, che abbiano personalità. La bellezza da sola non basta. Per me la bellezza non deve mai essere il fulcro totale di un concorso.

Hai un’icona o personaggio famoso a cui ti senti più simile nel tuo stile?

Il mio personaggio mediatico richiama molto la femme fatale anni ’50, alla Marilyn Monroe, ma amo mostrare anche l’altro lato: quello più spontaneo, ironico e imperfetto. Credo che la perfezione patinata dei social sia illusoria e cerco di romperla mostrando i miei difetti senza vergogna

Perché questa scelta di stile ? È una scelta pensata o è venuta da sé?

Il paragone con Marilyn Monroe non è stato cercato: è nato spontaneamente. Amo vestire in stile pin-up e adoro i mercatini dell’usato più dei negozi di lusso. Durante uno shooting, qualcuno notò la somiglianza e da allora me lo sento ripetere spesso. A Milano ho persino interpretato Marilyn in una mostra fotografica; lei era più formosa, io più minuta, ma l’effetto è quasi inquietante.



Qual è il tuo piccolo guilty pleasure fashion che nessuno si aspetterebbe?

Se parli di uno stile che nessuno si aspetterebbe da me, ce n’è uno…

In inverno adoro indossare giacche di pelle e chiodi con borchie, look più rockettari. Ascolto molto rock e metal, che sembrano lontani dal mio personaggio “alla Marilyn Monroe”, ma in realtà fanno parte di me. Vorrei realizzare uno shooting proprio con questo mood aggressivo, perché mi rappresenta tanto quanto gli abiti da pin-up.

Hai avuto modo di collaborare con Il fotografo @S.andrea com’è stato collaborare con lui ?

Andrea, il fotografo con cui collaboro, è una persona speciale. Con lui c’è un rapporto che restituisce tanto, a livello umano e professionale. Andrea è tra le persone più straordinarie che abbia mai incontrato nel mondo fotografico. Con lui e il suo team abbiamo creato lavori eccezionali, sempre in perfetta sinergia. È preciso, meticoloso, cura ogni dettaglio delle luci, rendendo ogni scatto unico. Tra i set che ricordo con più emozione ci sono quello ispirato a Basic Instinct, con il celebre tubino bianco, e quello della “sposa abbandonata”, dove la narrazione passava dalla perfezione alla disperazione, fino a strapparmi i fiori di mano. In poche ore ottenevamo risultati incredibili, che altrimenti avrebbero richiesto giornate intere.



È nota la tua capacità attoriale e l’amore per la recitazione. Come nasce questa tua passione

La recitazione è stato un tassello fondamentale nel mio percorso. Amo parlare, scherzare, trasmettere, e la recitazione mi ha permesso di incanalare questa energia, migliorando presenza scenica e fotografica. Ho iniziato a studiare a Torino con Giuseppe Cristoforo, che considero il mio mentore, poi con Nicola Palmise e Fabio Slammer a Verona. Ognuno di loro ha contribuito alla mia crescita artistica.

La recitazione non è stata solo un modo per esprimermi, ma una vera scuola di vita. Alcuni maestri mi hanno insegnato la precisione del linguaggio cinematografico, altri la forza del teatro. Nel cinema ripeti le scene da diverse angolazioni; nel teatro, invece, ogni errore è in diretta. È molto più difficile, simile al musical, dove concentrazione e continuità sono fondamentali.

Hai recitato in un docu-film sul bullismo. Hai mai avuto di questi problemi ?

Un progetto che mi è rimasto particolarmente dentro è stato questo docufilm sul bullismo. Recitare quella parte è stato emozionante, ma anche doloroso, perché mi ha riportato alla mia infanzia. Ho subito bullismo da bambina: non tanto per il sovrappeso, ma perché ero chiusa, silenziosa. Alle elementari, con gli occhiali e la benda sull’occhio, diventai bersaglio di prese in giro continue: mi chiamavano “pirata”.

Questa esperienza, però, invece di chiudermi ancora di più, mi ha portata a iniziare ad amarmi e a riscoprire una Lorenza che avevo nascosto. Alla fine, alcune delle stesse persone che mi bullizzavano sono arrivate persino a provarci con me.





Quali strategie utilizzi nella vita quotidiana per rafforzare la tua consapevolezza e mantenere la fiducia in te stessa, anche di fronte alle critiche degli altri?

La self-confidence è fondamentale. Non è questione di dire “quanto sono bella”, ma di consapevolezza. Se qualcuno cerca di sminuirti, non ci riesce. La vera forza sta qui. Non importa cosa pensano gli altri: sapere chi sei ti permette di vivere liberamente.

 Che consiglio daresti a una giovane ragazza o a un giovane ragazzo che sta affrontando insicurezze o bullismo e vuole farsi strada nel mondo dello spettacolo o nella vita?

Un consiglio per chi affronta bullismo o insicurezza: se volete entrare nel mondo dello spettacolo o semplicemente uscire dal guscio, la chiave è una sola… fregarsene di quello che pensa la gente. Critiche arriveranno comunque, ma ciò che conta è sapere chi sei e avere la coscienza pulita.


Come nasce e perché nasce Lorih Caradonna Production ?

La mia produzione è nata per far sentire le persone meglio con se stesse, non per competere. Qui entra in gioco l’intelligenza emotiva: imparare a vedere le persone non come clienti, ma come esseri umani, cambia la vita. Aiutiamo modelli e persone comuni a migliorare autostima e postura. La postura incide sullo stato d’animo: camminare con la schiena dritta cambia come ci percepiscono gli altri.

Quali servizi o percorsi offrite a modelle, fotografi e creativi emergenti? E a chi consiglieresti di entrare a far parte del tuo progetto?

Offriamo corsi base per chi è alle prime armi, e percorsi avanzati su espressività, sguardo, postura e recitazione. L’obiettivo è formare artisti completi, non solo persone carine davanti alla macchina fotografica. Per i fotografi, offriamo la possibilità di imparare a condurre e guidare un set fotografico.



Cosa hai provato nel calcare per la prima una passerella importante quella Milano Fashion Week volta una passerella così prestigiosa, e quale momento ti è rimasto più impresso?

La Milano Fashion Week è sempre un’esperienza meravigliosa, anche se stressante. Partecipare permette di conoscere persone, creare contatti e vivere la moda da vicino. È un momento in cui puoi sperimentare look eccentrici senza sentirti giudicata. Far parte di questo circuito è un onore, ma per arrivarci ho dovuto sudare sette camicie.

Hai già in programma di partecipare alla prossima edizione della Milano Fashion Week?

Parteciperò anche alla prossima edizione, a fine settembre. Non posso ancora svelare i dettagli, ma ci saremo. Di solito curo io i look, ma questa volta saranno scelti dallo staff, e nemmeno io conosco i brand fino all’ultimo. Ci saranno due opzioni: un look sofisticato in nero, stile Dita Von Teese, e uno colorato, con toni estivi, per anticipare le tendenze del 2026.

Vuoi salutare i lettori del magazine Victoria’s Grace?

Ringrazio di cuore i lettori per avermi seguita e ascoltata. È stato un piacere fare questa intervista e collaborare con il vostro magazine, che leggo e apprezzo da tempo.



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